Non dimenticatevi di mettere delle buone birre di Natale sotto l’albero.
Quello che potrebbe sembrare l’ennesimo “trucchetto” di marketing per incassare il benestare degli amanti della birra, anche durante il periodo natalizio, è in realtà frutto di una tradizione millenaria che ha origini ben precise.
Christmas Beers, un po’ di storia
Tutto ci riporta in Nord Europa, in Scandinavia. È proprio lì che nel periodo “pre-cristiano”, i Vikinghi erano soliti brassare una forte bevanda, chiamata “Yule”, per accompagnare i dolci speziati a base di cannella, zenzero, oggi conosciuti come “ginger bread” o “Lebkuchen”. Veniva servita in occasione dello “Jul”: una celebrazione molto sentita per accogliere il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno. Tra i riti anche il sacrificio di un maiale in onore del dio norreno Freyr. Tradizione che ancora oggi è rimasta nella cultura scandinava, infatti, a Natale si consuma carne di maiale.
A partire dal X secolo, con l’arrivo del Cristianesimo, nella penisola scandinava nuove leggi entrano in vigore. Nonostante la sovrapposizione del Natale cristiano alla festa del solstizio d’inverno, la tradizione della birra resiste in barba alle sanzioni salate o alla minaccia della confisca di beni di proprietà per i trasgressori.
Le primissime birre prodotte per l’occasione avevano un deciso carattere maltato, dovuto all’impiego di malti scuri.
Ma è con l’arrivo del XVIII secolo che gli immigrati scandinavi decidono di portare il loro sapere, in ambito birrario, nel Nuovo Continente. Nel frattempo nel resto d’Europa nascevano le prime specialità nazionali, rinominate a seconda del Paese di produzione: Biére de Noel in Francia e nelle regioni francofone del Belgio, Kerstbier nelle Fiandre e nei Paesi Bassi, Weihnachstbier in Germania, Winter Warmer nel Regno Unito.
L’esperienza italiana
E nel Bel Paese che rapporto abbiamo con queste birre? Possiamo affermare con certezza che anche nel nostro Paese queste birre sono entrate appieno nella cultura birraria nazionale e credo siano veramente pochi i birrifici che nel corso degli ultimi anni che non abbiano annoverato tra le loro produzioni una birra natalizia. Nate principalmente come prodotti d’ispirazione belga, con importanti speziature e gradazione alcolica sostenuta, recentemente le cose sono un po’ cambiate. Le spezie lasciano sempre più posto ad ingredienti aggiuntivi che talvolta poco o niente hanno a che fare con i sapori del Natale, ma che rappresentano per lo più il territorio locale. Anche l’altro criterio, quello dell’alto contenuto alcolico, non è più così scontato. Sebbene il BJCP (Beer Judge Certification Program Associazione no-profit che definisce le linee guide per i parametri di classificazione di numerosi stili di birra a livello internazionale, utili ai giudici nei concorsi birrari) le definisca come “Birre che suggeriscono la stagione fredda, alla scoperta dei sapori dell’inverno le vacanze natalizie e possono includere spezie tipiche del periodo, zuccheri speciali e altri ingredienti che ricordano le aromatizzazioni delle bevande invernali o dei dolci di Natale”, sempre più spesso queste birre sono diventate prodotti che poco richiamano l’atmosfera natalizia.
E’ in costante aumento la produzione di birre “normali”, semplicemente commercializzate per il periodo natalizio a conferma del fatto che non esiste un’unica ricetta che possa far pensare ad uno stile birrario.
Unico denominatore comune è che siano birre stagionali, messe sul mercato proprio in occasione delle festività natalizie.
L’esperienza bresciana
Le birre natalizie di Brescia sono il frutto appassionato dei birrifici artigianali che per anni hanno dedicato la loro maestria a ogni latitudine della nostra provincia. Quest’anno, l’offerta è più snodata rispetto al passato, lasciando spazio a nuove tendenze che si manifestano attraverso collaborazioni temporanee “one shot” tra i birrifici locali. Risultato? Molte novità sul mercato. Tuttavia, ciò non significa che manchino le specialità natalizie. Al contrario, sono qui e alcune di loro sono certa che conquisteranno gli appassionati del luppolo lasciandoli a bocca aperta.
Quindi se volete regalare e regalarvi una birra di Natale dal sapore bresciano, ecco qualche consiglio.
In Valcamonica “Luppoleto Camuno” è una garanzia con Christmas Thistle – 8,5%. Una Kerstbier, quindi di ispirazione belga, di color marroncino con riflessi aranciati, brassata per celebrare le festività invernali. Al naso presenta la pungenza delle spezie utilizzate in produzione, tra tutte spiccano cannella e zenzero senza essere invasive, seguite da toni caldi di caramello e miele. In bocca apre con la secchezza tipica della speziatura, lasciando poi spazio alle note morbide e piacevoli di dei malti aromatici impiegati e a una chiusura alcolica e confortante.
Più variegato il panorama della Bassa dove al “Birrificio Carpe diem” di Calvisano“25/12”, propone per queste feste una Winter Ale passata 12 mesi in barrique di grappa di Chardonnay, con aggiunta di miele e malto affumicato 7,5%.
Nessuna sorpresa quest’anno a Capriano del Colle al birrificio dei “F.lli Trami” dove Nicola e Luca quest’anno hanno deciso di non produrre una nuova birra di Natale (ma mai dire mai) proponendo una carrellata di tutte le birre di Natale fin qui prodotte. C’è davvero solo l’imbarazzo della scelta. Ne citiamo alcune: dalla medaglia d’oro Birra dell’Anno 2013 Streif 2012 nata come birra di Natale, da sapore decisamente liquoroso, ben bilanciato fra luppolo e malto con note di fichi secchi, spezie e un lievissimo sapore di liquirizia, che dopo aver vinto il premio è stata inserita in produzione come riserva, alla Strong Scotch Ale (da 9 %vol) del 2021 ispirata alla tradizione scozzese. Una birra realizzata con un’interessante miscela di 6 malti diversi, studiata per regalare nel bicchiere un prodotto dalle calde note brune, con un corpo morbido e rotondo che richiama il sapore del biscotto/caramello. O la Streif 2020, ispirata ad una Strong Scotch Ale da 9 %vol con leggeri sentori floreali. Tuttavia, il regno delle birre festive è davvero vasto e diversificato, e per questo ho selezionato anche alcune birre, non necessariamente etichettate come “di Natale”, ma assolutamente perfette per accompagnare i momenti conviviali durante le festività … e oltre.
Due le proposte che arrivano dal cuore della Franciacorta dove i mastri birrai del Birrificio Curtense propongono una Birra alla Castagna e una al Panettone. La prima
è un grande classico, prodotta con castagne in bollitura e miele di castagne. Una conferma che ritorna anche quest’anno agghindata a festa, la birra alle castagne (7%) che regala chiari sentori riconducibili al frutto autunnale ed in parte alla tostatura della nocciola. Alla bevuta la birra regala un’iniziale dolcezza, ben presto soverchiata da un amaro erbaceo e terroso piuttosto aggressivo e persistente, che morde fin da medio palato e si allunga caratterizzando tutto il finale di sorso. La seconda può vantare un primato: quello di essere stata la prima birra al mondo fatta con il panettone e ciliegie! È una birra da fine pasto, ideale per Natale, è una Barleywine che unisce sapori complessi e contrastanti. Al primo sorso, un’iniziale dolcezza maltata si sposa con la dolcezza naturale delle ciliegie e il tutto è bilanciato da una moderata amarezza del luppolo che contrasta perfettamente. Un vero e proprio dessert liquido.
Da pochi mesi sul mercato, ma si è fatta già apprezzate anche Tràglӓ (8,5%) una birra dedicata alla storia del commercio del ferro tra la Valle Trompia e Bagolino ai tempi della Serenissima, realizzata da Pagulinus in collaborazione con il birrificio Carpediem e il beerfirm O’Ste Birra Artigianale. Tràglӓ era il nome di una slitta che trasportava il ferro attraverso il passo Maniva trainata da animali. E’ una birra ad alta fermentazione in stile Imperial Stout dal copro pieno e vellutato. Colore marrone scuro ebano Tràglӓ ha un’aroma intenso, con sentori di cioccolato amaro, di mora di gelso, lievi rimandi di vaniglia e legno tostato.
di Erika Goffi